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Busto di Pasquale Stanislao Mancini, 1889, marmo, altezza 60 centimetri, conservato presso la Sala 2 del Municipio di Frigento provincia di Avellino.
Pasquale Stanislao Mancini, giurista e uomo di stato nacque a Castel Baronia in provincia di Avellino il 17 marzo 1817 ed esercitò l’avvocatura. Membro del parlamento di Napoli (1848), dopo i moti rivoluzionari si rifugiò a Torino, insegnando qui diritto internazionale dal 1850. La sua prolusione all’università di Torino, La nazionalità come fonte del diritto delle genti (1851), ebbe immensa risonanza, provocando le proteste dell’Austria e dei Borboni, e fornì la base dottrinaria giuridico-politica al Risorgimento. Deputato al parlamento nazionale (dal 1860) nella sinistra democratica, fu per qualche settimana (1862) ministro della Pubblica Istruzione nel ministero Rattazzi. Trasferitosi all’università di Roma nel 1872, fu chiamato al dicastero della Giustizia nel governo Depretis nel 1876, e agli Esteri nel 1881. Artefice dell’adesione italiana al trattato di alleanza con la Germania e l’Austria-Ungheria, si dimise nel 1885 per la mancata maggioranza alla Camera sull’occupazione di Assab. Fu maestro del re Umberto.
Il giurista è qui atteggiato in un’espressione affabile, rimarcata dai baffi ricurvi che richiamano in simmetria le arcate sopracciliari. Sul petto dell’uomo di legge spiccano alcune onorificenze.